PRA’ è una delegazione sul mare a ponente di Genova nelle sue serre si coltiva il basilico migliore per il Pesto.
Così popolare, così inconfondibile da dedicargli anche il nome di una piazza. A Genova, il Basilico di Prà è oggetto di venerazione.
Originario delle regioni tropicali dell’Asia e dell’Africa, si è poi diffuso in tutto il bacino del mediterraneo ed in quasi tutti i paesi caldi e temperati del mondo, ma il basilico ha legato in modo indissolubile una parte della sua storia a quella della Liguria, grazie al clima e alla cure che i liguri gli hanno riservato.
La varietà basilico genovese è la specie in assoluto più nota, si coltiva in tutta la Liguria, ed è stata riconosciuto dalla Comunità Europea come prodotto di Denominazione di Origine Protetta (DOP) nel 2005.
Non tutto il basilico è però uguale. Quello coltivato nel quartiere genovese di Prà ha delle particolarità che lo rendono unico: le condizioni del microclima di questa zona, sono particolarmente favorevoli per la vicinanza al mare e l’esposizione al sole dei terreni. Il basilico coltivato in quest’area diventa unico per la delicatezza del suo profumo e l’intensità del suo sapore.
Il basilico qui si coltiva in piena terra nelle serre costruite alle spalle del litorale di Pra’, sulle piane o sulle colline terrazzate a ridosso del mare.
Il quartiere di Prà, che per secoli ha fatto parte del Capitanato di Voltri, e non era soltanto zona agricola, bensì anche industriale. La zona era infatti famosa per la produzione di carta, poiché sfruttava le differenze di potenziale energetico legate ai numerosi corsi d’acqua che attraversavano terreni con elevati dislivelli. Ed è accanto a queste cartiere che, alla fine dell’Ottocento, sorgono le prime serre per la coltivazione del basilico.
Queste serre si sono poi espanse tra le “ville” di Prà, poderi di medie dimensioni al centro dei quali, ancora oggi, sorge un palazzo con funzioni di direzione dell’attività agricola.
Durante il secolo scorso, fu l’azienda San Giorgio a fornire una risorsa fondamentale per lo sviluppo di questo tipo di agricoltura: il carbon coke, sottoprodotto della produzione siderurgica venduto a prezzo bassissimo. Questo materiale peremtteva di riscaldare le serre e di produrre una significativa quantità di cenere, adatta a rendere moderatamente alcalino il terreno acido di Pra’. La storia della manifattura e quella della coltivazione del basilico si sono spesso intrecciate nel tempo.
Di generazione in generazione, molte famiglie praesi si sono adoperate per portare avanti la tradizionale coltivazione di basilico e, per rendere omaggio al loro lavoro, il Pesto Lavezzari è prodotto solo con foglie di basilico di Prà.